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sabato 23 febbraio 2019

VIA POMA 1990 PARTE SECONDA AIAG e dintorni. LE MURENE STANATE


N.B. Lw informazioni di cui alla presente relazione/articolo sono state a spezzoni in parte diffuse dal 2013 ed integralmente comunicate a terse persone di fiducia a partire dal luglio 2013

PARTE SECONDA
AIAG via Poma e molto altro, da fatti annotati nel febbraio-marzo del 1996 e dalla viva voce di SILVIA CANALI conosciuta /fatta  conoscere nell'ottobre 1995.




§§§
Una quota importante del tutto era stata pubblicata tra siti ed FB dal 2012 a partire dall'esposto memoria del 3 novembre 2012 .. e fu questo paragrafetto che cagionò l'ira demoniaca di Stefano Pesci e l'avvio, di corsa ed abborracciato,  in data 15 novembre 2012 (!!) dell'incredibile e disperato tentativo di distruzione fallito nei confronti del sottoscritto, mediante una istanza respinta di amministrazione di sostegno che compare come una tra le pagine buie della storia giudiziaria, coeva alla dispensa per "fantomatica" inettitudine, e  superata solo dal recente tentativo di far dichiarare incapace di intendere e volere e pericoloso, da sottoporre a misure di contenzione, Paolo Ferraro  


https://paoloferrarocdd.blogspot.com/2012/11/5-memoria-esposto-finale-del-3-novembre.html

paoloferrarocddgrandediscovery.blogspot.com/2012/11/un-bel-guazzabuglio-questa-e-la-trama.html





RIASSUNTO DELLA PARTE PRIMA: Intorno alla margheritina un caso PROVATO di grave depistaggio se non di calunnia fallita pluriaggravata e qui il rimprovero pubblico di chi vi scrive al criminologo psichiatra uomo e formatore dei servizi civili dott. Francesco Bruno




BREVE SINTESI INTRODUTTIVA ALLA PARTE SECONDA. Dunque dal 1994 Paolo Ferraro superata di slancio la crisi di coppia innescata nel 1992 è da single ancora la persona più felice del mondo, ma prima di arrivare, dormendo un poco da piedi (ma come fai ad immaginarti certe cose da “malati di mente”) sino alla trappola della Cecchignola, dovrà affrontare un percorso.
Era stato avvertito da ultimo nel 1995 da Maria Teresa Covatta : Con la scusa che sei un bell'uomo e ti piacciono le donne .. finirai per farti mettere in mezzo", posto sotto zuccherata pressione della magistrato Cecilia Demma,[fallita dichiaratamente nel suo micro ruolo, al fondo persona per bene troppo consapevole delle poliedriche doti di Paolo Ferraro e, non volutamente, innamorata, “non posso continuare … non ce la faccio a continuare” - n.d.r. Nell'attività a me affidata - la frase da lei rivolto allusivamente sbottando, a Rosanna Ianniello), Infine ero passato dal febbraio al maggio 1995 “sotto” l'avv. Laura Vasselli autrice a partire da 23 anni della scalata “piolo per piolo” nella Cassazione, il palazzaccio destabilizzato “nelle geometrie” dalla di lei intraprendente bellezza, lei monitorata da i finti compagni del ”manifesto dark” (AVV. SANDRO GALIENA) e pendant collegati nella MD nascosta (Agnello Rossi), e ovviamente dall'ineffabile FRANCESCO BRUNO.
Fatti analiticamente riferiti e ricostruiti in "https://paoloferraro.blogspot.com/2015/07/il-truman-show-che-inchioda-tutti-meno.html ".
Era venuto il turno (dovendosi sostituire la Vasselli) della allora un po' avvenente ragazzona romana appena divenuta, Vice Procuratore Onorario, dott.ssa SILVIA CANALI praticante procuratore legale. Da qui inizia questa SECONDA PARTE e la, fedele al millimetro, narrazione, che verrà incentrata su AIAG via POMA liceo Socrate e via di villa Pamphili (Monteverde) nell'arco di tempo di riferimento che si dipana dal 1983 al 1992, sempre dai racconti diretti a me fatti nel febbraio marzo 1996. 
LA PRIMA DELLE SORELLE CANALI VALLINI. SILVIA CANALI prima delle tre sorelle CANALI (madre Vallini Fiorella, nipote del cardinal VALLINI, già funzionaria e poi membro del collegio sindacale di una nota multinazionale del tabacco americana, commercialista nel e poi titolare sino al 1991 del prestigioso studio in quel di Corso Trieste, e poi commercialista del ricco imprenditore “Giggi” con villa prestigiosa sull'Aventino, limitrofa ad importante sede nazionale dell'Ordine Militare dei Cavalieri di Malta) nata in un epicentro ebraico masso-cattolico, e comunista del “generone commerciale” - definizione datami da una vera comunista della generazione comunista italiana pulita che parecchio sapeva - fu fatta conoscere a Paolo Ferraro in quanto VPO da addestrare e formare per un mese nell'ottobre 1995, affiancandola nelle udienze penali.
Ero single e mi ero tolto dall'impaccio gravissimo della Vasselli, i cui sfrontati racconti erano già allora una narrazione di strategie di scalata senza indicazione dei nomi dei programmatori, tranne incontri per riferire a Sandro Galiena e la allusione ad uno psichiatra medico che aveva lo studio vicino la mia abitazione, poi individuato nel noto FRANCESCO BRUNO (e nello studio troverò cercandole appositamente nel gennaio 2011 tracce documentali della “collaborazione” Bruno-Vasselli).
SILVIA CANALI iniziò attivamente nella seconda metà del novembre 1995 a relazionarsi con me, già esauritosi il rapporto con l'ex marito Giovanni Orfei, e da tempo terminato l'artefatto caso del padre Orfei, geopolitico consulente di DE MITA, incastrato in una inventata “intelligenza con lo straniero” poi trattata, dal rimpianto Procuratore di Roma Michele Coiro equilibratamente, come una costruita trappola anti governativa da archiviare,
La scoperta dell'uomo Paolo Ferraro iniziò a distrarre la Canali (a volte si tratta solo di agenti/fattori passivi immessi, come da nozione di intelligence nota, nei debiti ambienti) ed ella cominciò ad aprirsi fornendo racconti che, allora sottovalutati, oggi sono di cruciale importanza. Fortunata fu la circostanza per la quale ingessato per una distorsione al ginocchio destro presa in una partita di calcetto padri-figli, rimasi da solo tutto il giorno per venti giorni nella abitazione di lei in Roma, via Costantino. Era  giugno credo, 1996.

1. Il primo racconto del dicembre 1995, in attesa della seconda proiezione di film fuori dal noto cinema in Campo dei Fiori, poi ripreso in seguito, inquadrava le non consuete esperienze liceali della Canali, nel liceo SOCRATE nella Garbatella. Testualmente mi parlò di qualche professore in particolare di storia e filosofia, totalmente incompetenti definiti sprezzantemente “sessantottini, quelli del 6 garantito” ma parlò di giri ed attività con le studentesse esplosi in uno scandalo interno al liceo, una formale importante inchiesta interna, poi confluita negli archivi della scuola, che aveva coinvolto alcune ragazze. E ricordo che si descrisse come la autrice della ribellione contro ciò che accadeva sotterraneamente: esito della inchiesta?! il suo trasferimento in altra classe del liceo (?!). n.d.r In quel liceo c'era anche il futuro magistrato Albamonte Eugenio, in una classe prima, che vinto il concorso fu mio uditore nel periodo immediatamente precedente l'arrivo di Silvia Canali come VPO onorario nominato dal CSM.

2. IL secondo racconto “intimo” ma oggi troppo importante, effettuato nel febbraio 1996 concerneva un insieme di frequentazioni in corrispondenza del primo e secondo anno di università, ed aveva come protagonista iniziale uno stuart dal nome Angelo e la sua comitiva con “sede” anche in abitazione a Monteverde via di villa Pamphili. Del racconto che lascio immaginare, facevano parte integrante non solo le”convocazioni” dal gruppo in Roma, ma gite in moto con permanenza in ville della Toscana. Ed una vacanza in Inghilterra per liberarsi dalle sue dipendenze “varie” (disse). La mia permanenza forzata, ingessato, nella casa, nel successivo giugno 1996, mi consentì di vedere e memorizzare da numerose foto il contesto, e alcune cartoline tra cui una inviata da San Paolo in Brasile, mi consentirono di apprendere nomi e cognomi tra cui quello del'ANGELO dal cognome di noto attore anche teatrale e romanesco s.e.o.o. . L'Angelo, inizialmente posto al centro di racconti un pò preoccupanti aveva abitazione in viale Marconi vicino alla allora abitazione della famiglia Canali Vallini, ma da elenco telefonico dell'epoca il telefono fisso lo aveva ancora lì, nel 1996. Quando terminò il duro raconto la CANALI, tremendamente prostrata dallo sforzo di aprirsi ebbe un gravissimo mal di testa che la portò, da me accompagnata, al Pronto Soccorso del CTO della Garbatella, ove le fecero una iniezione di BUSCOPAN e le proposero un ricovero per accertamenti, da lei rifiutato. Le espressi dopo le mie perplessità sulla delicatezza e impatto delle sue “esperienze” riservandomi di vagliare la continuazione del nostro rapporto, Lei alquanto disperata mi rassicurò che si era trattato di una parentesi e per tempo non lunghissimo (ma non mi sembrò convincente). D'altronde però risultava essersi laureata, ma passando a ROMA TRE, sposata in Chiesa con Giovani Orfei e altre considerazioni mi indussero ad attendere e verificare.

3. Poco prima del racconto sopra, la Canali mi aveva confidato di ”essere” (stata diagnosticata come) esibizionista con forti attitudini manipolatorie, più altre attitudini di rilievo psichiatrico, e di avere avuto “crisi di panico” (neanche sapevo oltre il suono formale della parola di cosa si trattasse), A me sano come un pesce le frasi suonarono più che altro come una autocritica sui suoi meri difetti. Difetti che aveva poi dato prova di aver/voler superato/superare aprendosi, anche tanto a compensare il suo remoto (diceva) passato. Una battuta volante della Vallini madre, donna di intelletto più strutturato, spesso impietosa nei giudizi, mi doveva mettere in guardia ”tanto intelligente, tanto capace di presentarsi e raccontare a me sembra una portiera chiacchierona che si inventa una marea di frottole”.

4. Il quarto racconto nacque dalla circostanza che avevo trovato/notato in particolare un cofanetto con vari gioielli, orologetti e collane prevalentemente in oro e di apparente valore, una buona parte ancora intonsi e in confezioni scatolette rispettive, sul ripiano dell'armadio esistente nella camera da letto. (vi era un secondo scatolotto, invece pieno di bigiotteria e gioiellini sparsi ed in uso corrente). Una volta che lei aprì l'armadio, me presente, allusi al cofanetto che si intravedeva neanche da Lei ben nascosto, e lei raccontò. I gioielli le erano stati consegnati per conservarli da una sua amica del liceo, coinvolta quantomeno nelle vicende dell'epoca pensai dubbioso, e mi parlò (visibilmente terrorizzata) di un “incidente” gravissimo (voluto, si capiva benissimo dal suo atteggiamento di terrore “partecipato”). Una auto aveva investita la ragazza in motorino frontalmente, letteralmente schiacciatasi sul parabrezza, e le aveva quasi disintegrato la struttura facciale, lasciandola in gravissime condizioni. Ovviamente non so se il racconto fosse esatto ed esattamente datato, ma molti anni dopo nel 2014 ho ritrovato gli elenchi della classe del liceo Socrate, incrociato i nomi e cognomi con profili in FB, e ritrovata la ragazza con viso palesemente schiacciato e ricostruito, laureatasi alla università LUISS. Le mie operazioni di ricerca effettuate insieme alla consueta partecipe e testimone diretta. Il racconto sui gioielli non quadra(va) affatto a partir dalla tempistica (chi è colei che lascia per dodici anni in custodia a compagna di scuola non più frequentata, un cofanetto di gioielli preziosi ?!) Dopo la spiegazione il cofanetto fu portato dalla Canali ad una sua altra amica. I particolari sul suo ulteriore nascondimento (da me sbirciati) restano riservati. Sebbene ritengo che un rinvenimento ipotetico sia stato compromesso alla luce di una “iniziativa del luglio 2014”.

5. In diverso racconto la Canali mi citò i suoi attacchi di panico datandone uno grosso modo all'autunno/fine estate  dell'anno 1990 o forse 1991 e localizzandolo in quel di PERUGIA dove si trovava a camminare, con l'allora fidanzato Giovani Orfei venuto, ma non presente al momento.

6. Altri racconti o fatti direttamente percepiti attengono all'AIAG ed all'ENTE NAZIONALE PER IL TURISMO. Sia Silvia Canali che la sorella erano state vicine all'AIAG, e se non erro la Canali citò ostello della gioventù in Germania. La sorella la vidi poi nel maggio 1996 presso la sede che curava la GUIDA TOURING ITALIANA vicino p..zza Bologna, dove avevo accompagnato Silvia Canali. Ma all'epoca le sorelle Canali curavano anche la gestione di un negozio terminale della industria tipografica del padre, ubicato in via Alessandria lato Porta Pia. Laura Canali curava inizialmente infine, poi divenendo cartografa ufficiale, le mappe geografiche per la rivista LIMES di LUCIO CARACCIOLO. Nella medesima rivista lavorava sino al 1995 anche il giovane marito della Canali Silvia, portato da lei nell'alveo di LIMES, Giovani Orfei, poi separatosi da rivista per dissenso politico e dalla famiglia/moglie Canali. Laura Canali è divenuta compagna e moglie di LUCIO CARACCIOLO, negli anni duemila, SILVIA CANALI cognata.

7. Un giorno, credo dei primi di marzo 1996, pochi giorni dopo le sue “rivelazioni” sul gruppo in via Pamphili nel 1985 1986, accompagnai richiesto, con l'auto, Silvia Canali presso la sede degli ufficiali giudiziari in Roma, ove doveva portare degli atti da notificare dello studio in cui faceva pratica in via Angelo Emo, (la via me la ricordo per aver atteso la Canali sotto studio e aver partecipato ad una festa di addio quando lasciò lo studio). Parcheggiai la macchina a spina verso il finire della stradina, da me mai vista prima, sulla destra in posizione regolare. Dopo il discreto lasso di tempo necessario per il disbrigo della consegna degli atti da notificare, la Canali ritornò e sedutasi nell'auto, con uno sguardo cupo e terrorizzato volto verso il basso disse testualmente “ io so chi ha ucciso Simonetta Cesaroni”. Presi la frase come una boutade ed una millanteria strana. Era una VPO con trascorsi, ma una persona a suo modo piacevole e loquace, un po' ciarliera. Difatti non proseguiva mai discorsi e frasi lanciate a metà.

8. Un giorno del maggio 1996 andammo io e Silvia Canali, previo appuntamento telefonico, a fare la sosta pranzo, al baretto posto in P.le Clodio subito oltre viale Mazzini, all'angolo. Lì si piazzava al centro del tavolinetto, da solo e guardando in direzione nostra che ci avvicinavamo, Giuseppe Cascini. Io mi volli sedere con lui allo stesso tavolino e parlammo del più e del meno. Notai uno sguardo intimidito della Canali (donna con personalità affatto timida e atteggiamento di norma quasi sfrontato) ed una indifferenza ostentata nei di lei confronti. Allontanandoci, la Canali sbottò parlando tra sé e sé con la testa inchinata verso il basso “ che figlio di... “ frase palesemente riferita a Cascini.

9. Silvia Canali poco prima che mi fosse inviata in udienza per il tirocinio breve la avevo vista una sola volta, in fine estate 1995, sul portapacchi seduto dietro al  motorino da lei condotto PAOLO AURIEMMA, altro magistrato di Monteverde. Erano usciti dal cancello che dà verso piazzale Clodio. Io tornavo a piedi dalla pausa pranzo.

10. Una menzione  merita infine una sequenza realizzatasi nel luglio 2013 a brevissima distanza. I primi del Luglio 2013 eravamo tornati a Roma dalla vacanza in Puglia per partecipare ad una udienza civile. Vedemmo io e Patrizia la Canali fortemente scossa e preoccupata in maniera anomala. Come eravamo venuti, per partecipare ad una udienza civile, ce ne tornammo al mare in Puglia. Il 13 luglio alle 5 e 50 di mattina veniva dato fuoco a partire da una classe al primo piano, al liceo Socrate (quello al punto 1 sopra), danni ingenti che hanno coinvolto otto aule rese inagibili e svariato materiale didattico anche costoso. Un gesto gravissimo, “un episodio vergognoso e intollerabile” vandalico e risultato compiuto da quattro ragazzi, due maggiorenni e due minorenni, e due bocciati per la seconda volta, tutti confessi presentatisi alla Questura di Roma solo tre giorni dopo. Le versioni di stampa sul gesto omofobo e razzista caddero in fumo, così' come la matrice politica di destra. Ma sul caso obiettivamente anomalo, gravissimo e inaspettato erano intervenuti tutti, credo, compreso Napolitano. Era ora secondo la nuova versione di stampa e “confessata” una ragazzata gravissima concertata, per “vendetta da bocciatura”, di notte al mare ad Ostia e realizzata tornando di notte fonda a Roma. A difendere due dei ragazzi l'avv Luca Petrucci, quello coinvolto nel CASO PAOLO FERRARO. Non sappiamo cosa sia successo agli archivi del Socrate.

Gli elementi di quadro enucleati, tutti veri al millimetro hanno preso una loro consistenza alla luce degli avvenimenti dal 2006 in poi , e delle prove emerse su vari piani dirette ed indirette, oggi tutte di conoscenza pubblica.

Se, come è stato provato, e descritto analiticamente in otto anni di grandediscovery

A) alla Canali è attribuibile la gestione materiale organizzativa del sequestro di persona ordito il 23 maggio 2009, e ordinato da Luigi Cancrini come da diario di Gino Ferraro e sentito da me stesso ordinare da Stefano Pesci al telefono, in necessario accordo con Giovani Ferrara e Agnello Rossi;

B) tutto quanto scoperto ed il rilievo enorme relativo erano veri e tutto risulta dimostrato con prove dirette insormontabili, e di pubblico dominio. Di qui a ritenere che chi intervenne distruttivamente fosse "anche" partecipe e consapevole a monte non vi era, già prima di altre conferme,  vallo logico apprezzabile, con ragionevole certezza;

C) nelle vicende persecutorie molteplici ed iniziative giuridiche su vari piani la Canali, come è vero ed evidente oltre ogni ragionevole dubbio, ha avuto un ruolo più che centrale;

D) tutto il complesso delle vicende inaugurate dal 2008 risulta caratterizzato "anche" da interventi e mediante situazioni di rilevante rilievo segreto e militare;

E) tutto il quadro vero porta a risalire a STEP precedenti, forniti di prova testimoniale vera e comunque riscontrabile;

F) l'azione collimata ed attiva della CANALI e di STEFANO PESCI, fu caratterizzata nel 2009 dal loro buttare la maschera e da una durezza distruttiva senza paragoni, manipolatoria a livelli tali da esser stata pensata per essere irraccontabile, (quindi il livello di organizzatori e gestori è ben alto) ma proprio questa caratteristica abbiamo superato, rendendo prove uniche al mondo e dirette adeguatamente trattate e contestualizzate;

allora il necessario retrocedere nel tempo e nei ricordi veri e genuini non è che che la necessaria conseguenza dell'accaduto provato con prove dirette , dal 2006 in poi.

L'agguato disciplinare insulso ed artificialmente architettato del 1994.
Persino l'agguato disciplinare insulso ed artificialmente architettato del 1994, quando la redistribuzione di 1.300 fascicoli già tutti inizialmente trattati dal PM Paolo Ferraro, a fronte del caricamento di tremila e seicento procedimenti per la realizzazione portata a termine del progetto ATZ di integrale automazione del lavoro della procura circondariale per fascia di c.a diecimila fattispecie a tipologia classificata, fa parte delle stesse “iniziative e quadro”. (Allora il pm Giuseppe Amato, lo vidi concordare ed ammiccare con Giuseppe Cascini )  archiviò 40 dei 60 PP a lui redistribuiti, con la inconsistente motivazione che erano stati superati i termini di sei mesi per le indagini ottenendo ovvi rigetti della richiesta ma facendo ricorso in Cassazione poi contro i rigetti: ottenne così, isolato accoglimento in un processo in Cassazione in cui era sostituto procuratore generale GERACI, che ne richiese un procedimento disciplinare a Paolo Ferraro. L'insensato procedimento disciplinare si chiuse con una sentenza del CSM di elogio incondizionato del PM Paolo Ferraro. Il programma ATZ venne studiato dal CNR come esperienza di automazione mediante intelligenza artificiale. Non ci provarono mai più ad entrare di traverso nel merito del lavoro dello scrivente. E pensare che sulle scrivanie dei PM circondariali, massacrati di lavoro pendevano da 2000 a sinanche settemila procedimenti pro capite incolpevolmente inevasi.
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E qui vi reinvito prima a rileggere una altra volta LA PARTE PRIMA di questa accurata analisi e narrazione, e poi, dopo aver ripassato questa seconda parte, a compulsare gli unici articoli od interviste serie sul CASO di via Poma: quelli del criminologo Carmelo Lavorino. Un lavoro fondato su ben altro fronte, su evidenze scientifiche e prove obiettive. Manca(va) solo un quadro storico indiziario di riferimento a persone certe ....












Dunque c'è qualcuno a caccia di una donna con l'ombrellino rosa e di un mancino di sangue tipo A (magari ambi mancino ?!) uomo violento impegnato in una attività omicidaria rimasta impunita .. dopo ventotto anni di procedimenti e processi depistanti ..

Io non caccio, pesco e pescando polpi aspetto anche che escano dalle tane ... e se sono stati così folli da far perseguitare un pescatore di polpi per ventotto anni non ho bisogno neanche di acchiapparli .. ormai stanno lì .. non tutti .. ma alcuni 








TUTTO QUEL CHE SERVE IN QUATTRO MINUTI 





solo che non sono polpi .. sono   murene pericolosissime ... 



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Dunque tutto nasce dal 1990 e la minaccia "sei INGOMBRANTE" con sorriso malevolo del settembre 1991 era rivolta a capire se sapessi .. non avevo capito una cicca e non ero tanto ingombrante come uomo, cittadino, magistrato, intellettuale ma come TESTIMONE . Ora si sa e si sa che non agire investigare ed approfondire protegge una delimitata BANDA DI ASSASSINI, ben distinguibile dall'idiota concetto astratto ed inutilmente insulso di poteri forti  ..... 
Ripercorrere quindi la grandediscovery da zero a 1, 2 e 3 con i suoi impianti di prove dirette è più che mai  semplicissimo .... E ripercorrere i passaggi e debite prove (1992, 1994, 1996, 2006, 2008, 2012, 2015, 2016, 2019) serve solo a svelare/svelarvi  analiticamente intrecci, coperture,  condivisioni, tattiche e strategie della BANDA.. e altissime coperture.




Cartella con video selezionati siti OFF LINE e DVD  su MEDIAFIRE




DALLA GRANDEDISCOVERY 1 2 e 3 alla GRANDEDISCOVERY 0 

e DALLA GRANDEDISCOVERY 0 ALLA GRANDEDISCOVERY 1 2 e 3. 

Trenta anni di attività segrete e coperte illegali ad opera di una cordata eversiva che appartiene ad un DEEP STATE da ripudiare ed un epicentro, Roma, ed il magistrato Paolo Ferraro.ORA NON POSSONO NON INTERVENIRE LE ISTITUZIONI E LE MAGISTRATURE, TUTTI VOI.
LA GRANDEDISCOVERY 0. VIA POMA PARTE SECONDA AIAG via Poma e molto altro, da fatti annotati nel febbraio e marzo 1996 e dalla viva voce di SILVIA CANALI conosciuta /fatta conoscere nell'ottobre 1995. & PARTE PRIMA TELNET o VIDEOTEL E LA MARGHERITINA SEDUTA.            https://www.grandediscovery.it/via-poma-parte-prima-e-parte-seconda/                                                                     
LA GRANDEDISCOVERY 1. La operazione militare PAOLO FERRARO e gli intrecci tra aree deviate ed eversive militari, incistate in una quota ristretta della magistratura ed il supporto e copertura di settori in particolare collegati alla psichiatria civile e militare di apparati che appartegono al DEEP STATE da ripudiare.                                                        https://www.grandediscovery.it/la-grandediscovery1/
LA GRANDEDISCOVERY 2. Trance formation of Italy. Le sperimentazioni ZAO nelle imprese farmaceutico chimiche del settore oncologico e neurologico del basso Lazio e le sperimentazioni nel reparto speciale del sabato sul trattamento monarch mediante sostanze chimiche.                https://www.grandediscovery.it/la-grandediscovery2-slave-chimiche-e-trattamento-monarch/
LA GRANDEDISCOVERY 3. L'INQUINAMENTO DELLA POLITICA E DELLA SOCIETA' ANCHE CON METODOLOGIE CERTAMENTE MILITARI E' ORMAI UN DATO REALE                                          https://www.grandediscovery.it/linquinamento-della-politica-e-della-societa-anche-con-metodologie-certamente-militari-e-ormai-un-dato-reale-e-concreto/

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E ora che siete ripartiti e giunti a conclusione sul 1990 non  sarà anche il caso di rileggere attentamente, bene e ripetutamente, con la debita attenzione che meritava,    il documentato articolo

LA SVASTICA SU MELANIA ed il germoglio



venerdì 15 febbraio 2019

VIA POMA 1990 PARTE PRIMA. TELNET nella Procura Circondariale di Roma AIAG e dintorni


N.B. Lw informazioni di cui alla presente relazione/articolo sono state a spezzoni diffuse dal 2012 ed integralmente comunicate a terse persone di fiducia a partire dal luglio 2013

VIA POMA PARTE PRIMA. 

TELNET o VIDEOTEL E LA MARGHERITINA SEDUTA.
https://www.grandediscovery.it/il-truman-show-che-inchioda-tutti-meno-il-destinatario-che-lo-ha-subito/
https://paoloferrarocdd.blogspot.com/2012/11/5-memoria-esposto-finale-del-3-novembre.html

Quello che sapeva e sa direttamente Paolo Ferraro su TELNET nella Procura Circondariale di Roma e (parte seconda) quello che aveva saputo su AIAG via Poma ed altro, dalla viva voce di colei conosciuta /fattagli conoscere nell'ottobre 1995.

Dunque all'aprile 1992 Paolo Ferraro era da sempre tra le  persone più felici del mondo, poi tra una crisi stranissima di coppia e varie, arriva dormendo un poco da piedi (ma come fai ad immaginarti certe cose da malati di mente”) sino alla trappola della Cecchignola. Da lì in poi tra una mazzata, un agguato e l'altra comincia a riallineare ricordi precisi di fatti a lui ben noti direttamente.

1, MARZO 2011. Qualcuno cerca con una operazione grossolana di collegare Paolo Ferraro ad un biondino con panda gialla.
Nel 2011 14 e 15 marzo , sotto attacco violento per aver denunciato una settimana prima a Perugia con prove dirette tutto quello che era accaduto dall'ottobre 2008 sino al febbraio 2011, compare una fantomatica Sabrina Milazzo nella mia segreteria, io assente, che assumeva di aver  conosciuto Paolo Ferraro al bar dove lei aveva lavorato per un mese, bar sottostante in piazzale Clodio, e di averlo conosciuto bene, precisando che Paolo Ferraro era un magistrato biondino con una panda gialla, che si vantava di esser duro come il ferro giocando sul suo cognome e che lasciava biglietto da visita. Il personale della segreteria si accorge immediatamente (era evidente) che qualcosa di grosso non quadrava. Si organizzava il giorno dopo, una verifica e da questa emergeva che la donna non solo non conosceva assolutamente la persona di Paolo Ferraro, tenendosi in stretto contatto telefonico con una donna amica cui riferiva mancato incontro (questo lo ho ascoltato io personalmente). La relazione di pg che riassunse l'accaduto, e il marchingegno di accertamento costruito sul momento,  veniva poi depositata formalmente presso la sezione di pg vigili urbani della Procura, ma su mia precisa indicazione in modo tale da non destare allarme e "preservarla". A quell'epoca era Procuratore Capo di Roma, Giovanni Ferrara e la  manovra per eliminare Paolo Ferraro, coinvolti Stefano Pesci ed Agnello Rossi, si era ormai delineata.

SLIDE
IMMAGINI



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Una mera notazione: nel 2016 ho casualmente trovato un probabile profilo fake di un PAOLO FERRARO biondino atletico capelli lunghi, lunghi e colore castano chiarissimo  Il curioso palese fake comparso su facebook   vi si trova ancora https://www.facebook.com/paolo.ferraro.564. UN puro caso, un tentativo di messaggio, una allusione implicita a chi architettò qualcosa ?! Certo la vicenda più sopra e la relazione di pg erano già note ....


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2. Ottobre 2012
Da lì mentre a rapidi passi veniva gestita la dispensa per fantomatica inettitudine di Paolo Ferraro, che aveva capito troppo della Cecchignola, inizia la mia rivisitazione di fatti e dati, aiutato da una memoria e da doti di attenzione evidenti, ma mi concentrerò sul fatto anomalo di cui sopra, soprattutto a partire dalla morte per infarto naturale da cause da accertare di Alberto Caperna. Alcuni giorni prima lo aveva incontrato sullo stipite esterno della porta di accesso esterno alla segreteria da ultimo ed aveva parlato della sua vicenda e Alberto gli aveva detto chiaro e tondo “sono stato ingenuo” ..” rientra e perdona loro per quello che ti hanno fatto”. La mia risposta è nota “ o rientro dalla porta principale … o rientro sempre dalla stessa porta con il Caterpillar della storia”.
IL giorno 8 ottobre lunedì avrei depositato una lunga e dettagliata memoria esposto al CSM, e il martedì 9 ottobre 2012 la consegnai in copia a giornalista del Corriere della sera, che vidi la stessa mattina seduta sulle sedie di aspetto della segreteria di Alberto, AGGIUNTO della Procura di Roma. Giovedì 11 ottobre 2012 decisi avvalendomi di avvocato che mi accompagnava - poi avrei capito di quale avvocato si trattasse - a depositare istanza di estrazione di copia della relazione di servizio. Della mia istanza e della relazione di servizio riferì il venerdì mattina la responsabile della sezione di pg al Procuratore Capo di Roma appena arrivato, Giuseppe Pignatone. Il sabato insieme a Patrizia Foiani, compagna poi divenuta mia moglie, ci recammo dal Procuratore di ROMA Pignatone ed io gli esibii copia non formale della relazione, e lui confermò che era già venuta il giorno prima la responsabile della sezione. Il giorno dopo, credo di pomeriggio, moriva per infarto naturale per cause da accertare Alberto. Sarei riuscito ad avere la copia dell'originale della relazione di servizio tramite il Procuratore Capo di Roma Pignatone il martedì 16 ottobre..

3.CHIACCHIERATE ILLUMINANTI NELLA

FINE DEL LUGLIO 2013.

Fino al giugno 2013 sotto attacco poliedrico culminato con la procedura avviata per la mia eliminazione totale “amministrazione di sostegno”, operazione integralmente fallita nel suo scopo principale, non avevo avuto neanche il tempo di soffermarmi sul “biondino con la Panda gialla” ed il tentativo abborracciatissimo, di corsa, di appiccicarmelo.
Nel luglio 2013 al mare in vacanza in Puglia ove ero con Patrizia mia moglie, lasciati i figli a casa per loro impegni sportivi e di studio, mi raggiunse Marco, per più di una settimana verso la fine del mese. Riporto di seguito il già espletato breve racconto del tutto [da   https://www.paoloferrarocdd.eu/dal-1990-la-calata-a-roma-e-via-poma/ma richiamo soprattutto
  http://paoloferrarocddgrandediscovery.blogspot.com/2012/11/un-bel-guazzabuglio-questa-e-la-trama.html].
quando nell'estate del 2013 un amico "informato" mi illustrerà alcune dinamiche e piste criminologiche facendo una ipotesi consistente su di me ... e sulla ipotesi della creazione artificiale di un profilo patologico-criminale, riflettei sino alla mattina dopo e rimasi incuriosito ma scettico  (si nuotava al mare). Era l'unica ipotesi che in effetti potesse dare una qualche spiegazione globale a quel pateracchio di balle diagnostiche in crescendo e poste in nuce come spunti artificiali sin dall'inizio, e quella ipotesi poteva illuminare la direzione cui apparivano quasi mirate.
Si ricordava lui, come mi ricordai io, di un disegno di un pupazzo margherita, lui sapeva bene che era stato lasciato o trovato sul luogo dell'omicidio di Simonetta Cesaroni, e mi ricordai o mi disse lui di un qualcosa di simile lasciato e fatto trovare dopo il furto al caveaux della banca di Roma svariati anni dopo, all'interno del palazzo di giustizia (palazzina B) di piazzale Clodio. Un chiaro segnale, con coinvolgimento di criminalità non di basso livello: a Roma: come si alza il livello si arriva ad eversione nera, di solito. E ai servizi, deviati quasi sempre. Quel disegnino di pupazzo margherita mi ritornò alla mente come non solo visto su un quotidiano, ma facente parte di quel pomeriggio accaldatissimo, nella stanza del collega super informatico ... La chiacchierata estiva del 2013 ha colorato di una nuova ulteriore luce le mie riflessioni. Poi grazie alla stra-informata avvocatessa molto "organizzata" ho rimediato dal suo archivietto personale una interessante pubblicazione che propongo a tutti ... ma soprattutto agli investigatori e pubblici ministeri seri e professionali .... “.
Grazie a quelle chiacchierate pomeridiane e serali tra il 22 luglio e fine mese luglio 2013 avevo avuto occasione di narrare e ricostruire tutto quello che sapevo, senza averlo riflettuto e capito a suo tempo. D'altronde i fatti di cronaca nera, il diritto penale dei reati “dolosi” a me, che mi occupavo di comparti normativi composti da decine di migliaia di fattispecie in ambiti di colpa legale e professionale, erano sul piano tecnico giuridico ”insignificanti”. Potrebbe malevolmente insufflarsi una “excusatio non petita”. Ma era semplicemente così: viaggiavo su tutt'altre lunghezze d'onda e su una concezione pura e sociale della giurisdizione penale come “barriera di protezione anticipata di interessi socialmente protetti e del diritto alla salute  alla integrità fisica, all'ambiente”. E che ne sapevo allora nel concreto quotidiano di servizi militari, di strategie criminologiche e di ricatti infiltrazioni di honey trap etc etc .. ?! Era roba da film e non potevo pensare anche solo sognare che era sbarcata a Roma in un ufficio giudiziario un coagulo degno di preoccupata attenzione criminologica ?!
Ma avrei dovuto farlo, avvertito nel febbraio 1995 dal Procuratore di Roma Michele Coiro, seduti io e lui al bar insieme ad un tavolinetto circolare durante la sosta  pranzo: era lievemente infastidito dalla circostanza che il cambio di guardia nella segreteria della sezione romana, da me suscitato non avesse ancora sortito esiti concreti in cui sperava e mi disse a bruciapelo mentre parlavo della vecchia segreteria collegiale Cascini, Pesci più quattro " quello è un mariuolo". Era già il secondo avvertimento che ricevevo, il primo me lo aveva già dato Giovanni Buonomo in punto di trasferirsi al Tribunale civile di Roma credo nel 1993  " quello è .. pericoloso". Il terzo me lo avrebbe dato sempre nel 1995 a primavera inoltrata, nella stanza della segretaria del Procuratore Circondariale, Maria Teresa Covatta, magistrato della Procura circondariale di Roma coniuge di fatto  (ancora di fatto all'epoca, credo)   di Giuseppe Cascini,  trasferitasi  Al GIP TRIBUNALE :" Con la scusa che sei un bell'uomo e ti piacciono le donne .. finirai per fart mettere in mezzo" .. Quest'ultimo era una analisi completa ma pensai solo ad una boutade e ad un certo suo interessamento a me, mai coltivato.

4. Luglio 1990
Nel luglio 1990 e primissimi dell'agosto 1990 ero stato in vacanza con mia moglie Daniela incinta al settimo avanzato mese e Francesco e Fabrizio, i miei primi due figli, al mare in quel di SAN FELICE CIRCEO. Tolti gli impegni gestionali, dedicavo le giornate sempre in movimento almeno sei ed anche sette ore al giorno a nuotare e fare pesca sub (senza muta) in apnea e munito di banale forchettina e una sacca. Tornavo stracarico di vongole veraci, vongole e lupini, tartufi di mare, cannolicchi, non meno di quattro o cinque polpi, e qualche rombetto ogni giorno: una ressa di bambini coi miei bimbi mi accoglieva, e mettevo talvolta il pescato in un battellino gonfiabile e volta per volta munificavo vari papà e mamme: quel pescato non lo avrei mai potuto smaltire. La stessa vacanza feci l'anno successivo. La foto a lato si riferisce al medesimo luogo, ma anno 1991.
La intera spiaggetta era composta da un centinaio di ombrelloni scarsi, ricordo bene nel 1990 una coppia di vicini di ombrellone divenuti amici che osservavano ad alta voce gli effetti del mio impegno sportivo “modellato dal mare”. Quell'anno mi era venuta trovare in treno mia sorella, allora stava malissimo anoressica per motivi che non approfondisco qui, la riaccompagnai in auto alla stazione del treno, e venne a trovar”ci” il giorno del mio compleanno, il 23 luglio, mio fratello Marco Ferraro. Tornato a lavoro penso proprio il lunedì sei agosto 1990, moro, abbronzato e strafelice, in attesa della terza figlia, avrei assistito a fatti che non capii nelle loro valenze né memorizzai apppositamente, sino al luglio di ventitrè anni dopo !!!!. Ma questo è ovvio: non avevano alcun significato per me.

5, LA MIA TESTIMONIANZA PUBBLICA 
SU CIO' CHE VIDI ED ASCOLTAI  NELL'ESTATE 1990.
Giuseppe “Cascini, appena arrivato a Roma nella avanzata primavera del 1990 aveva un contegno inizialmente più contenuto, ma già arrogantello e un modo di fare da ragazzo di ricca stirpe nonostante il suo iniziale presentarsi da giovane uomo vicino ad una certa estrema sinistra autonoma, di cui re cava inizialmente un segno per me visibile (capelli lunghi castano chiarissimi). Ricordo che nel 1991 scrisse sul MANIFESTO un articoletto  ad oggetto una area autonoma di sinistra, credo in occasione di un processo) . Solo più tardi, nel marzo 1992, avrei saputo dalla bocca di Lori Perla (anche lei come me magistrato romano della Procura Circondariale come me dal 1989 del mio stesso concorso - 1984 - e a quel tempo mia amica) che Cascini aveva una madre di etnia ebraica e che era pronipote di Achille Lauro. La notizia anche allora non mi colpì nè mi stranì, ovviamente. Poco dopo essere arrivato a Roma, Cascini era provvisoriamente alloggiato in locazione; ma invece di trovare un alloggio definitivo in locazione pose fine alla situazione provvisoria comprandosi due appartamenti di media metratura, dietro a p.le Clodio. Non ci frequentavamo, e me lo disse la solita Perla Lori nel febbraio/marzo del 1992, de relato, ivi compresa la somma sborsata (oltre 700 milioni di lire): due appartamenti corrispondenti su due piani in  una nota strada in salita che parte da una altrettanto nota gelateria. Uno ceduto/messo a disposizione di MARIA TERESA COVATTA, magistrato di gran bella presenza, amica stretta di Perla Lori. 
Cascini faceva allora coppia stabile con Stefano Pesci, erano dello stesso concorso (1990) ma sembrava a tutti che si conoscessero troppo bene, da antica data. Il giovane Cascini capelli lunghi castani chiarissimi fece con me breve tirocinio. Stefano Pesci mi disse allora, quasi subito, ma non  so esser preciso sulla data, che era (stato) di Democrazia Proletaria ed avvocato di "soccorso rosso" a Bologna.
Stefano Pesci, quindi, era il pendant/braccio destro di Giuseppe Cascini ma di molto più anziano e direi pressochè della mia generazione anche sul piano della formazione "politica". Dopo un pò di temp da quando lo avevo conosciuto mi disse,  anzi mi rivelò (col tono di chi voleva amicarmisi), che era stato un avvocato di "Soccorso Rosso" e politicamente di Democrazia Proletaria: veniva da Bologna ed era sposato con Nunzia D'elia, altra magistrato,  lasciata a Bologna e che lo avrebbe poi raggiunto coi due figli.

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L'Agosto del 1990 fu funestato dall'omicidio di Simonetta Cesaroni, nella via che conoscevo solo di nome come la via degli ufficiali giudiziari: via Poma. E si tratta di un crocevia. ADDE: Ma allora non capii un bene amato nulla: per me la cronaca nera era un settore privo di interesse e con categorie penali lineari minori, "pane giornalistico per gli incolti" guardato sulle pagine dei giornali con disinteresse e supponenza (mia).
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I rapporti tra Giuseppe Cascini, Stefano Pesci, Giovanni Buonuomo (un altro magistrato della Procura circondariale, di cui non si trovano immagini pubbliche) e me non erano affatto cattivi in quell'epoca, apparentemente. Io frequentavo come amico mero la coppia di amici tra loro Giovanni Buonuomo e Maria Teresa Covatta, che a me risultava sposata con un giovane appartenente alla carriera diplomatica distaccato presso l'ambasciata americana a New York. 
Le uniche cose che accomunavano Cascini, Pesci e Buonomo, per quello che ne sapevo, è che erano tutti e tre magistrati (Buonuomo però del mio concorso), che erano soli a Roma (uno scapolo e gli altrui due single provvisori in attesa degli arrivi di mogli e figli) e che erano campani due e con moglie campana il terzo (Pesci). Roba ordinaria ed insignificante. Gianni era più geniale e simile a me, per certi versi, e un "bell'uomo" (del termine a me riferito, da Cascini, nella primavera del 1995, in pieno piacevole accerchiamento femminile io, e del tono e contesto,  abbiamo già detto ma repetita iuvant). Mi ero infine separato dalla moglie nel novembre 2013, per una crisi strana e imprevista generata nel maggio 1992, avevo poi . realizzato nel secondo semestre 1994 il noto programma ATZ, poi ad ottobre operatomi per una opacizzazione della cornea dx da cheratocono,  e tra il dicembre 1994 e maggio 1995 ero stato piacevolmente accerchiato da Cecilia Demma, che aveva dato forfait per inammoramento non coerente con la missione, confessato con frase illuminante a Rosanna Ianniello, io a portata d'orecchio, ed era subentrata Laura Vasselli AVVOCATO i cui racconti "personali" svelavano un mondo intero, una infiltrazione nella Cassazione usando argomenti "biblici",  a me ignota.  e i cui contatti sotterranei e non aprivano già uno spaccato emerso poi negli anni 2009 in poi. Bene: la battuta di Cascini seduto al bar dietro piazzale Clodio, era del marzo 1995). 
Ben sei o più uditori giudiziari del concorso del 1990 avrebbero avuto estratti e scelti  sei posti a Roma (posti  ovviamente messi a disposizione tra le sedi da scegliere secondo ordine di graduatoria, ma era cosa mai  successa prima nella storia della  magistratura romana), nella Procura Circondariale che aveva pure urgente bisogno di coprire i ruoli, tnt'è che quell'anno furono ridotti all'osso i tempi del tirocinio dei nuovi magistrati. Mentre del posto altissimo in  graduatoria di Cascini che avevo conosciuto subito come uditore non avevo alcun dubbio, mi chiesi allora come avesse potuto essere così brillante Stefano Pesci, un avvocato di Bologna, anzianotto e "preso", "occupato" (pensavo) dal lavoro. Se sei un avvocato con attività ben avviata, come è che entri  a distanza di molti anni in magistratura rinunciando al tuo avviamento professionale?! Semplicemente non mi era mai capitato di osservare un percorso del genere. Conclusi che aveva inseguito la carriera della moglie, ma era  una conclusione provvisoria e col punto interrogativo. 
Oggi sappiamo "qualcosina" di più ... che esce per intero dalle nostre vicende, e abbiamo molte  idee chiare  in più ...
In particolare Giovanni Buonuomo era anche un informatico di buonissimo livello, appena venuto da Savona o La Spezia (già Pretore in precedenza), lasciando ivi figli e moglie, magistrata che lo avrebbe poi seguito a distanza di oltre un anno a Roma, come Pretore del Lavoro, dopo l'acquisto della abitazione in zona (Trionfale alto).
Giovanni manovrava già con disinvoltura le macro automatiche ed i modelli del programma MICROSOFT Word, appena immessa la piattaforma windows 1.0 in Italia e nel mondo della sempre ritardataria informatica giudiziaria. Io, pur cercando di seguire/apprendere, mi ero da poco impadronito del funzionamento dell'ambiente DOS 3,1 e degli obsoleti 286 e 386 OLIVETTI e del primo 486DX arrivato "a giustificare" la arretratezza tecnologica delle forniture al Ministero della Giustizia. Ed andavo creando un sistema di gestione delle attività/documenti dei magistrati della Procura Circondariale. Usavo un programma DOS preesistente e molto lineare, WS4, e puntavo in modo un pò "arretrato" su una organizzazione meramente sistematica e casistica dei documenti (uno per caso, quindi migliaia di casi), usufruendo di un sistema ordinante di directory e sottodirectory (ad albero, tipo capitoli, paragrafi e sotto paragrafi) e di un programmino che aveva il pregio di far gestire e vedere bene l'albero classificatorio ( XTG).
Buonuomo, anche lui campano, era più avanti a me in quanto sapeva molto di informatica: io ero alle prime armi..
Il ricordo riferito al CSM tra le righe nell'esposto memoria del 3 novembre 2012, circa la sua buona conoscenza di un programma 



(piattaforma di comunicazione denominato TELNET) e di quella "scatola" destinata alla connessione poggiata su un tavolino della sua stanza, è preciso. Come è preciso il ricordo di lui che mi illustrò le caratteristiche da chat primitiva del programma (in realtà era una autonoma piattaforma) e anche l'uso dei nickname, raccontatomi a voce e fattomi vedere dallo schermo con scritte verdoline: tutta roba che ignoravo e da ignorante ritenevo dispersiva, inutile ed anche un tantino "buffa".
Ero sposato, mi sarebbe dopo poco nata la terza figlia, e pensavo all'ammodernare il lavoro, a smaltirlo bene e al mio impegno interno alla magistratura [l'impegno interno ed istituzionale non è affatto una cosa impropria per un magistrato, e teoricamente come nella pratica precedente non lo era certo stato: è/era lo strumento con il quale i magistrati assicurano, orientano e gestiscono il buon andamento del lavoro e degli uffici, le necessarie valutazioni di professionalità ed altro. M.D. ed io in essa, puntavamo realmente sull'impegno ordinamentale; e sull'assicurare la progressiva indipendenza e la realizzazione del principio costituzionale del "giudice naturale" attraverso garanzie, tabelle degli uffici e vigilanza con controllo obiettivo della professionalità].
Nel contesto in cui Buonomo mi aveva elargito due sue conoscenze di TELNET (mi sembra di ricordare che pronunciò solo una volta il nome della piattaforma di comunicazioni) io scarabbocchiavo sfessato disegni stilizzati infantili su dei foglietti su quel tavolo, e Giuseppe Cascini entrò infine nella stanza, inizialmente a contrattare come fanno gli uditori giudiziari il suo tirocinio "mirato" anche con Buonomo. Faceva molto caldo, la nuova stanza di Buonomo dava dalla parte dove batte il sole di primo pomeriggio, e dovevo tornare a lavorare; avevo lasciato a Gianni un floppy quadrato con i miei preziosi (per me), primi documenti ordinati scritti in ws4 e con tanti capi di imputazione da far importare nel glossario del modello "Normal" o "decreto di citazione" in WORD per windows (allora ancora giravano anche i floppy "a cerchio" flessibili, un simpatico ricordo dell'avvio scalcinato della informatica diffusa negli uffici giudiziari).
E tornai nella mia stanza. Lasciando Buonomo e Cascini lì: Cascini curiosamente interessato ad un piccolo foglietto giallo e ad un foglio da me insignito, finiti i post-it,  di un disegnino a pennarello. Prima che riuscissi a tornare al mio ufficio arrivò nella stanza anche Stefano Pesci che incontrai sulla porta.
A quell'epoca ero un magistrato giovane ma di spicco, impegnato nella costruzione e nella critica agli errori organizzativi dell'ufficio della Procura Circondariale di Roma; ed ero più che mal visto dalla cordata migliorista di MD, da sempre avversa, ma anche vissuto dal Procuratore Capo Circondariale DI MAURO come contestatore autore di documenti sottoscritti dalla unanimità o quasi sul tema della necessità della specializzazione per materie, mentre i sostituti della Procurina erano seppelliti da una marea di assegnazioni d procedimenti indistinti.
La sezione romana manteneva ancora una sua indipendenza ed autonomia grazie anche alla presenza di Michele Coiro e dell'area più di sinistra.
Ero politicamente a cavallo tra i due orientamenti e molto stimato da Michele: lui fu uno dei padri fondatori della genuina MD, noi ci sentivamo assieme come tanti magistrati perbene con un impegno comune.

6. TELNET. Death. Giovanni Buonomo, Giuseppe Cascini , Stefano Pesci & Paolo Ferraro testimone. 

Dunque Giovanni Buonuomo usava in ufficio nell'estate 1990 il baracchino/scatolotto di TELNET che avevo visto poggiato su un tavolino davanti alla colonna tra le varie finestre assolate di pomeriggio, della sua segreteria, il tutto collegato con un suo modem alla linea telefonica normale.
In Italia, so ora,  si trattava di un mezzo utilizzato da poche migliaia di persone se non centinaia. Era un sistema con sotto sistemi di decisa provenienza militare. Ho di recente letto al volo di una domanda a bruciapelo fatta dal PM che seguiva il processo sull'omicidio di Simonetta Cesaroni imputato Busco su VIDEOTEL  e su una chat rosa ..  
In quella segreteria entrarono sia Cascini che Pesci e io avevo avuto modo di guardare le scritte verdognole sullo schermo del baracchino, fui gratificato da una spiegazione sul concetto di chat e vidi i nickname. Tra essi figurava certamente “Death” perché il mio ricordo è nitido. E io pensando che quel giochino strano era stupido e non mi interessava me ne tornai nel mio ufficio, lasciando Buonuomo molto concentrato sul “giochino elettronico” .
Non sapevo ovviamente nulla delle seguenti più approfondite circostanze che ho acquisito ora tramite accurate ricerche su INTERNET. E neanche mi resi conto che intorno al programma/sistema  giravano tanti quesiti e varie, dopo il caso di via Poma, che era trattato ovviamente dalla Procura Tribunale. D'altronde all'epoca ero arci convinto che la Procura Circondariale era fatta di persone sane e per bene, con alcune delle quali potevo essere in dialettico confronto e conflitto “politico istituzionale”, e non mi sarebbe potuto venire un accostamento mentale tra fatti. “era fuori, nella società, che delinquevano … “ (povero idiota, io, nella torre d'avorio di un ruolo perbene, che però accecava, anche).
DUE RICORDI DEL 1991 ed uno del 1995
Ma vi è anche un ricordo del 1991 di uno Stefano Pesci più che preoccupato con atteggiamento  furtivo che, nella Procura dei grandi (noi eravamo Procura Circondariale, la Procura dei piccoli, secondo una pessima ironica dizione, profondamente errata),  entrava nella stanza di un pubblico ministero serio, Silverio Piro, morto recentemente di un male incurabile. Stavo girando per convocare i magistrati di M.D. della Procura Tribunale ad una riunione di sezione. Allora (non oggi) notai concitazione, preoccupazione, un certo disappunto per averlo io visto girandomi, e un atteggiamento da "topolone" che mi incuriosì. 
Oggi che sono "gatto" mi è ovviamente tornato alla mente. ADDE: Allora pensavo a distribuire volantini di convocazione ...). 
E distribuendoli insieme  a Rosanna Ianniello segretaria della sezione romana di MD nel 1991 ricordo che entrammo nella stanza di un GIP della Procura Circondariale di Roma, un magistrato avanti nella carriera e notto per essere un pianista di musica classica anche. Una persona molto per bene ..il dott. Corradino Castriota  che, commentando il suo disinteresse per la convocazione,  lanciò una conclusiva stilettata verbale diretta a Rosanna "voi   pensate ai vostri giochini". Che non si riferisse semplicemente ad attività istituzionali ordinarie e manovre e manovrette politiche, e ad una sua mancata nomina,  lo intuii  dal tono esacerbato ma composto e fortemente tagliente.. e mi rimase impresso proprio perchè allora non mi significava NULLA.
Ho legato poi questa allusione incompiuta ad altra  incompiuta di Cecilia Demma  magistrato che frequentavo, nel gennaio 2015:  mi disse interrogandomi con gli occhi, per vedere se avevo capito, oltre le parole, di Rosanna Ianniello e del PM allora della Procura Tribunale Gustavo De Marinis, e iniziò ad alludere di un qualcosa di più articolato visto che non trovava le parole, ma io nel fingere disinteresse la indussi, non volendo, a tacere. Paolo Ferraro non doveva essere messo al corrente di qualcosa di segreto o più nascosto, me ne accorsi anche allora. 

7, UN SALTO IN AVANTI 2013 agosto e 2016 febbraio Una testimonianza attendibile e chiara 
Certo di salti in avanti e di analisi ne ho fatti dalle scoperte e dalla persecuzione, dal 2008 in poi. Ma entrambi le informazioni acquisite da persona strainformata su fatti e persone, ancora mi lasciano un brivido lungo la schiena. Questo un estratto video di sintesi preceduto da tre video audio dedicati più analitici, che hanno confortato tutto ciò che per fatti comportamenti attività avevo scoperto riguardo Stefano Pesci e Silvia Canali. Si verte sempre in tema di prove dirette da registrazioni telefoniche di persona "stra-informata" e le telefonate sono dell'agosto 2013 e febbraio 2016.








TUTTO QUEL CHE SERVE IN QUATTRO MINUTI 



E' a quel punto che tutte le informazioni ricevute da una Silvia Canali fattami conoscere sul lavoro nell'ottobre 1995 ed a me assegnata come VPO neo nominato da formare, e che si era legata a me, ed improvvisamente aperta con me nei primi mesi del 1996 e le stesse osservazioni che accompagnarono il suo essere venuta nella mia sfera, sono divenute di una importanza cruciale. Una contro prova incrociata su tutto. 

Nel 2014 di estate a  giugno inoltrato mi ero recato dalla fornitissima avv. Antonella M. Rustico  che frequentavo ancora seguendo lei le vicende del  divorzio (ed avendola iniziato a frequentare come appartenente ad un certo mondo complottistoide e di una destra che mi aveva poi accerchiato amorevolmente, ma per delimitare e rinchiudere in una cerchia ristretta il tutto). Lei tirò fuori dal "cassetto magico" un articolo di una rivista di criminologia in cui rividi la margherita disegnata .. e me lo portò a vedere  sul balcone dove eravamo seduti .... Da lì la ovvia richiesta mia .. "me lo scansioni ?!" ....

















da lì tra un impegno di informazione o politico o giuridico difensivo (io ho scritto anche quasi tutti gli atti delle mie vicende di magistrato defenestrato ed accerchiato)  sono arrivato ad avere  come "teste-investigatore" un quadro valutativo ed indiziario ... che risulterebbe in astratto ben più che meramente percorribile da una magistratura "indipendente".  

Il disegno stilizzato della margheritina seduta su una sedia, lo facevo io (anche, ma gli altri chi sarebbero ?!), sui fogli e memo  gialli di cui era stra-fornita la Procura Circondariale di Roma, e nella stanza di Buonuomo c'erano gli evidenziatori rosa di cui sempre la Procurina era stra-fornita ...  evidenziatori che usavo per disegnar margheritine.. 
Ergo siccome non sono l'assassino e neanche potrei esserlo (e non ho mai fatto male neanche con un buffetto ad un umano in vita mia, mentre "tanti lutti addussi ai polpi, rombi e sogliole in mare") le ipotesi in campo sono assai limitate. 
O quel disegnino era mio e allora il FOGLIO FU APPOSITAMENTE PORTATO A VIA POMA o era stato imitato il mio disegno di margheritina e IDEM CON PATATE (e si parla di reati eh ?! e di tentata calunnia pluri-aggravata morta sul nascere). Ma contro me o contro Giovanni Buonuomo di cui era rispettivamene rivale politico a missione segreta già definita contro l'ingombrante magistrato democratico della sinistra romana o già rivale in amore,  Giuseppe Cascini giovane uditore appena arrivato ?!). La risposta è semplice: mentre dell'innesco "amicale" tra Buonuomo e Maria Teresa Covatta era difficile che sapesse nell'agosto 1990  ed io seppi retroattivamente dalla bocca di Buonuomo nell'estate 1991, ad innesco in fase di smorzamento,  subii una disperata scenetta di gelosia malata da Cascini piangente nella sua nuova stanza" tt devi togliere dimezzo da Maria Teresa". Ma siamo già ben oltre .. l'uditore aveva appena preso possesso dell'ufficio nella Procura Circondariale .. ed io che in mezzo non ero e non mi ci misi mai risposi allora grosso modo con una frase simile "ma ti sei bevuto il cervello?!".  
LA CALATA A ROMA DAVA I PRIMI SEGNI DI SQUILIBRIO https://www.paoloferrarocdd.eu/dal-1990-la-calata-a-roma-e-via-poma/Oppure c'erano in giro altri disegnatori di margheritine sedute. Solo che ho letto pochi giorni fa che il disegnino della margheritina (forse ricicciato come tema a nove anni di distanza, in occasione del furto al caveaux della Banca di Roma),  se lo è infine attribuito nel 2008, a venti anni dal fatto,    una poliziotta che, partecipando alle attività di accertamento in via Poma, disegnava anche lei margheritina. ma aggiungendoci pure le paroline chiave (?!?!?!)
 https://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/giallo-di-via-poma-il-mistero-del-tagliacarte-e-del-poliziotto-fantasma-1813638/ 


quindi se due più due fa ancora quattro tutto è ambientato e riferibile a p.le Clodio ed ambienti investigativi anche. O no?! E la stretta vicinanza con certo tipo di ambiente militare di Stefano Pesci, notizia certa acquisita, non è affatto irrilevante E il 2008 è l'anno dell trappola della Cecchignola* ... che "sembrava" funzionare ... Avessero mollato l'indizio artificialmente costruito perchè si aveva di meglio in itinere ?! O all'opposto perché temevano che uscisse una macchinazione di antica data dopo la denuncia dei fatti della Cecchignola ?! Io posso solo auspicare che si accerti nel quadro di un vera indagine.


Io riconosco lo stile mio, il disegno, il pennarello evidenziatore  rosa ed il luogo in cui, finiti i post-it,  lasciai il foglio su cui avevo disegnato margheritina "sprezzante del pericolo" (😀😀😀) tornando banalmente a lavorare nella mia stanza ufficio della Procura Circondariale dalla segreteria di Buonuomo. Ma lì Pesci e Cascini li avevo lasciati non tanto con Buonuomo ma con lo scatolotto TELNET da Buonuomo manovrato. Non li ho visti armeggiare  ma .....
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E ora il mio vecchio articolo LA CALATA SU ROMA 1990 prende ben altro sapore intenso https://paoloferraro.blogspot.com/2014/11/1990-la-calata-roma-e-via-poma-1992_30.html

E qui vi reinvito prima a rileggere tutto per la seconda volta de LA PRESENTE PARTE PRIMA,  di questa accurata analisi e narrazione, , e poi a compulsare gli unici articoli od interviste serie sul CASO di via Poma: quelli del criminologo Carmelo Lavorino. Un lavoro fondato su ben altro fronte, su evidenze scientifiche e prove obiettive. Manca(va) solo un quadro storico indiziario di riferimento a persone certe.













SEGUE ..”Via Poma. PARTE SECONDA”


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